Recensione “Vuoi star zitta, per favore?” di Raymond Carver

Recensione “Vuoi star zitta, per favore?” di Raymond CarverVuoi star zitta, per favore? di Raymond Carver
Pubblicato da: Einaudi il 24/04/2017
Generi: Antologia
Pagine: 235
Formato: Copertina Flessibile

Recensione senza spoiler

Dopo anni di duro apprendistato, nel 1976 Carver arriva alla pubblicazione, e viene subito riconosciuto come un grande maestro della forma breve. Drammi quotidiani, inferni domestici, angoli dimenticati di un'America alla deriva: le storie di Carver sprigionano un senso di tensione e di minaccia e raccontano la precarietà economica e degli affetti con una forza lacerante. "Un senso pesante di spavento aleggia in queste storie: gente che se la sta passando male; uomini che bevono troppo; mariti che fanno a botte con le mogli e mogli che lasciano i mariti. C'è morte, rovina, abbandono, gente sgradevole che si presenta alla porta di casa con ogni sorta di notizie sgradevoli. La vita è una cosa seria, in questi racconti. E qui non c'è altro che vita" (R. Ford). La raccolta comprende storie come "Grasso, Vicini, Creditori" e "Nessuno diceva niente", oltre al racconto che da il titolo al libro e che fu messo in scena da Altman in "Short Cuts".

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“Vuoi star zitta, per favore?”, un’antologia di racconti brevi di Raymond Carver, mi ha introdotto per la prima volta all’universo letterario dell’autore, di cui avevo sentito parlare molto ma mai letto prima d’ora. Pur non essendo un grande appassionato di racconti, ho deciso di uscire dalla mia zona di comfort per esplorare le pagine di questo libro, attratto dalle lodi che la prosa di Carver ha ricevuto.

I racconti di Carver sono popolati da personaggi comuni alle prese con le loro ordinarie vicissitudini. Non troverete qui eroi o figure straordinarie, ma individui che potrebbero essere i nostri vicini di casa o i nostri conoscenti. Ciò che colpisce è la capacità di Carver di trasformare queste storie quotidiane in qualcosa di coinvolgente e appassionante da leggere.

Uno degli aspetti distintivi di questi racconti è il modo in cui la narrazione si apre direttamente sulla vicenda, senza preamboli, e si chiude senza un vero epilogo. Ogni racconto è autonomo e devo ammettere che questa caratteristica mi ha inizialmente destabilizzato. Tuttavia, ho presto apprezzato questa forma narrativa, anche se diversa dalle mie abitudini di lettura.

‘Vuoi star zitta, per favore?’ è un’opera che consiglio chiunque cerchi una lettura con una prosa e dei contenuti inusuali.

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