Recensione “Una sera tra amici a Jinbocho” di Satoshi Yagisawa

Recensione “Una sera tra amici a Jinbocho” di Satoshi YagisawaUna sera tra amici a Jinbōchō di Satoshi Yagisawa
Pubblicato da: Feltrinelli il 06/12/2011
Generi: Narrativa
Pagine: 176
Formato: Copertina Flessibile
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Recensione senza spoiler

Tōkyō. A Jinbōchō, nel quartiere di librerie più grande del mondo, i giorni scorrono tranquilli. Nei vicoli lontano dal traffico, la gente passeggia curiosa tra centinaia di librerie, tutte diverse. Fumetti, cinema, libricini del periodo Tokugawa e perfino gatti: ce n’è per tutti i gusti, per la gioia dei lettori. Alla libreria Morisaki, un piccolo negozio a gestione familiare specializzato in letteratura giapponese moderna, pile di libri affollano gli scaffali fino a invadere ogni angolo del pavimento e, quando la campanella sopra la porta segnala l’arrivo di un cliente, dalla stanza al piano superiore fa capolino il proprietario, lo zio Satoru. Di recente, ad aiutarlo c’è la moglie Momoko, ma spesso si unisce anche la nipote Takako, nei momenti liberi dal suo lavoro. Per l’anniversario di matrimonio di Satoru e Momoko, la ragazza regala loro un viaggio romantico. Satoru è preoccupato per il negozio, ma lei si impegna a sostituirlo e a trasferirsi nella stanza sopra la libreria, come aveva già fatto in passato. Tornare a immergersi nell’atmosfera fuori dal tempo di Jinbōchō, con il suo panorama variopinto di habitué e di visitatori, sarà la spinta che le ci voleva. Per la prima volta dopo molto tempo, Takako è entusiasta della vita. Ma allora perché Satoru si comporta in modo così strano? E chi è la donna che lei continua a vedere nel caffè in fondo alla strada?


Una sera tra amici a Jinbocho è il seguito di I miei giorni alla libreria Morisaki, libro che mi aveva appassionato alle vicende di una libreria d’usato in un modo che non mi sarei aspettato. Quando ho scoperto questo libro ne sono rimasto piacevolmente sorpreso perché del precedente mantengo un bel ricordo.

Una sera tra amici a Jinbocho inizia qualche mese dopo la conclusione di I miei giorni alla libreria Morisaki. Poco è cambiato: i personaggi sono gli stessi e tutto circola ancora attorno alla libreria Morisaki. Questo ci fa sentire in un ambiente familiare, conosciuto. Non servono lunghe introduzioni per spiegarci chi sono certe persone o perché sono tutti affezionati a una libreria. D’altro canto questo può anche essere considerato un punto negativo. Senza aver letto il libro precedente questo risulterà poco chiaro, forse anche senza senso. Nei libri facenti parte di una serie questo è abbastanza comune, c’era da aspettarselo.

La particolarità di questi libri è che non riesco a definire chiaramente quali sono gli elementi che mi piacciono e non. Qualche idea ce l’ho, ovviamente, ma con altri libri è molto più facile capire perché ci è piaciuto. Sarà una particolarità degli autori giapponesi.
Per questo la recensione è piuttosto breve. Non c’è molto da dire, è un bel libro. Mi piace ogni tanto perdermi in luoghi lontani, a seguire le vicende di persone comuni, senza avventure mozzafiato o colpi di scena incredibili. A descriverla così potrebbe sembrare una storia banale, ma in realtà ha la sua profondità.

Alcune note su Satoshi Yagisawa

Satoshi Yagisawa (Chiba, Giappone, 1977) vive a Tōkyō. Dopo aver vinto il premio letterario Chiyoda, il suo romanzo d’esordio, I miei giorni alla libreria Morisaki (Feltrinelli, 2022), è diventato un caso editoriale, da cui è stato tratto un film. È stato un successo in Giappone, Corea, Vietnam e a Taiwan, ed è in corso di pubblicazione in ventidue Paesi. In Italia è stato per mesi in vetta alle classifiche dei libri più venduti.

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