Recensione “Saltblood” di Francesca De Tores

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Recensione “Saltblood” di Francesca De ToresSaltblood di Francesca De Tores
Pubblicato da: Ne/oN il 04/09/2024
Generi: Fiction Storica
Fonte: Ne/oN

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Recensione senza spoiler

Plymouth, 1685. Un bambino di circa un anno, Mark Read, muore proprio mentre sta venendo alla luce la sua sorellastra Mary. Per continuare a percepire un reddito da parte della famiglia del padre del bambino, la madre dei due escogita uno stratagemma: farà passare la neonata Mary per Mark, allevandola come un maschio e facendole prendere il posto del primogenito. Cresciuta all’ombra del fratellastro morto e portandone il nome, Mary impara presto a mantenere il segreto rappresentato dal proprio corpo. Adolescente, viene impiegata a servizio di una donna benestante, ma quando nel 1701 l’Inghilterra entra in guerra contro Francia e Spagna, Mary vede in quel conflitto una via di fuga da una sorte che sente già segnata: si arruola quindi nella Royal Navy, che le permette di conoscere il mondo e di assaporare un briciolo di libertà. Dopo anni trascorsi nella marina e nell’esercito, Mary trova l’amore e decide di rivelare il proprio segreto e congedarsi dalle forze armate. Trasferitasi nelle Fiandre insieme al marito, Mary si accinge a diventare moglie e madre, ma la sua cognizione di sé e della propria vita cozzano contro ciò che la società si aspetta da una donna, e lei si sente soffocare. Sarà l’ineludibile richiamo del mare a sancire il suo destino, e a far sì che – dopo essere stata fanciulla, ragazzo, marinaio, soldato e moglie – Mary diventi chi forse è sempre stata: una pirata, parte della ciurma di Calico Jack Rackham e affiancata dalla temeraria Anne Bonny, di cui è amica e amante. Ispirato alla vera storia di Mary Read e Anne Bonny, Saltblood. Sangue salmastro è insieme una rigorosa ricostruzione storica e un romanzo d’avventura, una storia d’amore e un Bildungsroman che s’interroga sui limiti del corpo, del genere e di quello che siamo e osiamo immaginare di diventare.

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Saltblood” di Francesca De Tores è un romanzo che ha attirato la mia attenzione per la sua trama intrigante. Il libro racconta in maniera romanzata la vita di Mary Read, una delle più celebri donne pirata del 1700. La narrazione in prima persona permette ai lettori di entrare nella mente di Mary e di comprendere le sue emozioni e i suoi pensieri.

Saltblood” è un libro lungo e dettagliato, che diventa sempre più prolisso man mano che la storia procede. Quando Mary inizia la sua carriera da pirata, la narrazione subisce un forte rallentamento. Le descrizioni minuziose delle operazioni quotidiane a bordo della nave, delle strategie di combattimento e delle dinamiche tra i membri dell’equipaggio, seppur interessanti, rallentano il ritmo della storia e rendono la lettura pesante, sopratutto dopo l’ennesimo assalto uguale a quelli precedenti.

Personaggi

Un punto cruciale del libro è l’entrata in scena di Anne Bonny, che diventa subito un elemento centrale della storia. La sua personalità forte e carismatica la rende immediatamente affascinante per i lettori. Tuttavia, la sua crescente importanza nella trama rischia di sbilanciare la narrazione. Anne Bonny finisce per oscurare Mary Read, spostando l’attenzione dalla protagonista originale e creando una sorta di disconnessione nella trama. Questo spostamento del focus può risultare frustrante per i lettori che si aspettano un racconto più centrato su Mary.

Oltre a Mary Read e Anne Bonny, pochi personaggi secondari ricevono un vero sviluppo. La madre di Mary, per esempio, è rappresentata in modo unidimensionale come una figura autoritaria e cattiva, mentre altri personaggi maschili sono introdotti solo per servire come interessi romantici o antagonisti, senza che venga dedicato molto spazio al loro sviluppo.

Conclusioni

In conclusione, “Saltblood” di Francesca De Tores è un romanzo che offre una visione dettagliata della vita dei pirati del 1700, con una narrazione in prima persona che permette di entrare nella mente della protagonista. Tuttavia, la prolissità e la gestione dei personaggi riducono l’efficacia del racconto, rendendo la lettura pesante. Rimane comunque un romanzo godibile, di cui consiglio la lettura.

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