
Pubblicato da: Iperborea il 23/06/2021
Generi: Narrativa
Pagine: 207
Formato: Copertina Flessibile

Recensione senza spoiler
Acquista qui: Amazon, LaFeltrinelli, IBS, Mondadori, LibraccioTre ottantenni che amano la libertà hanno scelto di vivere gli ultimi anni a modo loro, quasi senza contatti con la società, ciascuno nella propria capanna di legno nel folto della foresta canadese dell’Ontario settentrionale: Charlie, che ha rifiutato un destino di cure ospedaliere, Tom, che ha voltato le spalle a una vita dissoluta tra alcolismo e assistenti sociali, e Boychuck, taciturno e dall’oscuro passato. Unico contatto con il mondo esterno sono due personaggi ai margini della società: Steve, gestore di un albergo fantasma nella foresta, e Bruno, intraprendente coltivatore di marijuana. La visita di una fotografa sulle tracce degli ultimi sopravvissuti ai Grandi Incendi che hanno devastato la regione quasi un secolo prima sembra solo una breve parentesi nel loro isolamento, ma quando un’altra donna, fuggita dall’ospedale psichiatrico, arriva in quell’angolo sperduto del mondo, niente sarà più come prima: con l’aiuto dei suoi nuovi amici, l’anziana Marie-Desneige, un essere etereo e delicato che custodisce il segreto di amori impossibili, riuscirà a riprendere in mano la sua vita e a cambiare per sempre le regole di quella piccola e insolita compagnia. Il cauto, rigoroso rispetto degli spazi di ciascuno lascia il posto a un nuovo senso di comunità, a una condivisione delle emozioni e degli affetti che solo chi ha a lungo vissuto e sofferto può esprimere nella loro pienezza.
Sullo sfondo silenzioso dei grandi spazi del Nord canadese, tra drammi del passato e nuove tenerezze del presente, Piovevano uccelli costruisce una storia luminosa di dignità e sopravvivenza, innalzando un inno alla libertà, fosse anche quella di ritirarsi dal mondo e scegliersi un’altra vita o quella di morire.
Piovevano uccelli di Jocelyne Saucier è un romanzo ambientato nelle foreste del Canada settentrionale, dove tre uomini anziani, Ted, Tom e Charlie, decidono di ritirarsi dalla società per vivere in pace e libertà, lontani dal mondo moderno. A questa trama iniziale si intrecciano le storie di una fotografa che arriva per documentare le testimonianze di sopravvissuti a un incendio devastante, e di Marie-Desneige, una donna fuggita da un manicomio. Il romanzo esplora i temi della vecchiaia, della libertà e del desiderio di ritrovare una connessione con se stessi.
Uno dei principali difetti di Piovevano uccelli è la sua trama, che risulta carente e manca di un vero conflitto centrale. Nonostante i personaggi affrontino alcune difficoltà e riflessioni personali, il racconto sembra svilupparsi senza un chiaro obiettivo o un dramma che possa coinvolgere il lettore fino in fondo. La mancanza di un conflitto definito toglie slancio alla storia, facendola procedere in modo piuttosto lineare e privo di tensione. Anche quando i personaggi si trovano a dover affrontare scelte importanti, queste sembrano svolgersi senza un impatto emotivo significativo.
La scrittura di Jocelyne Saucier è generalmente scorrevole, e in alcuni tratti la prosa si distingue per la sua sensibilità nella descrizione della natura e dei momenti più intimi dei personaggi. Tuttavia, ci sono diversi punti in cui lo stile narrativo diventa contorto e di difficile comprensione, con frasi complesse e metafore che appesantiscono la lettura. Se alcuni passaggi si leggono piacevolmente, altri richiedono uno sforzo maggiore per essere seguiti, spezzando il ritmo della lettura.
Un altro aspetto che lascia perplessi è la caratterizzazione dei personaggi. Pur essendo numerosi, i protagonisti del romanzo sono poco definiti e mancano di profondità. Anche se l’idea di esplorare la vita di persone anziane e marginalizzate nella foresta è affascinante, i loro tratti distintivi non emergono con forza e il lettore fatica a creare un vero legame emotivo con loro. Ogni personaggio potrebbe avere una storia interessante, lo si capisce dai piccoli accenni sul loro passato, ma queste non vengono esplorate a sufficienza per far sì che risultino memorabili o coinvolgenti. Sembra quasi che ci siano troppi fili narrativi paralleli e che nessuno di questi venga approfondito adeguatamente.
Uno degli elementi che potrebbe risultare intrigante è la relazione tra i personaggi e il contesto naturale in cui vivono. La scelta di ritrarre un gruppo di persone che si isolano volontariamente nella foresta, cercando di sfuggire alle convenzioni della società moderna, offre uno scenario potenzialmente ricco di riflessioni. Tuttavia, anche in questo caso, il romanzo non riesce a sviluppare a fondo il tema. La natura sembra essere presente più come sfondo che come elemento attivo della storia, e il rapporto dei personaggi con l’ambiente rimane superficiale, non riuscendo a comunicare un senso di connessione più profondo.
Il finale del libro è un’altra nota dolente. Alla fine della lettura, non è del tutto chiaro quale fosse l’intento dell’autrice e dove volesse portare il lettore. Il finale lascia diverse domande senza risposta e manca di una chiusura soddisfacente. Più che dare un senso di compiutezza o risoluzione, sembra lasciare la trama sospesa, aumentando il senso di confusione che potrebbe accompagnare chi legge.
In conclusione, Piovevano uccelli è un romanzo che, pur avendo buone intenzioni e alcune idee interessanti, non riesce a decollare pienamente. La mancanza di un conflitto centrale, la prosa a tratti contorta e i personaggi poco definiti rendono la lettura meno coinvolgente di quanto potrebbe essere. Sebbene ci siano spunti interessanti, come l’esplorazione della vecchiaia e il desiderio di isolamento dalla società, il libro manca di una direzione chiara e di una narrazione capace di catturare l’attenzione del lettore fino alla fine.