Recensione “Oltre il confine” di Cormac McCarthy

Recensione “Oltre il confine” di Cormac McCarthyOltre il confine di Cormac McCarthy
Serie: Trilogia della Frontiera #2
Pubblicato da: Einaudi il 04/09/2012
Generi: Narrativa, Western
Pagine: 374
Formato: Copertina Flessibile
Abbandonato
Recensione senza spoiler

A consolidare la fama di McCarthy, da una decina d'anni riconosciuto come il vero erede di quella intensità visionaria che risale a Melville e a Faulkner, è stata questa suggestiva storia di un viaggio iniziatico. Alle soglie della seconda guerra mondiale, Billy, giovane figlio di un piccolo allevatore del New Mexico, riesce a catturare la lupa che minaccia il bestiame, ma non la lascia uccidere: cerca anzi di riportarla sulle montagne messicane, di restituirla al suo mondo, che è poi anche quello di una nonna molto amata. Comincia un lungo viaggio avventuroso che porterà Billy e il fratello Boyd a perdersi e a ritrovarsi in un paesaggio metafisico e spietato.

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Oltre il confine di Cormac McCarthy è il secondo volume della “Trilogia della frontiera”, seguito di Cavalli selvaggi, e continua a esplorare le tematiche della vita al confine tra Stati Uniti e Messico negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. La storia segue Billy Parham mentre attraversa il deserto messicano, affrontando eventi drammatici e riflessioni sulla condizione umana, la perdita e il destino. McCarthy, come nei suoi precedenti lavori, mescola narrazione avventurosa a profonde riflessioni esistenziali, immergendo il lettore in un paesaggio desolato e allo stesso tempo suggestivo.

Avevo grandi aspettative per questo libro, essendo un grande fan di McCarthy, e soprattutto dopo aver apprezzato Cavalli selvaggi. Tuttavia, Oltre il confine non è riuscito a coinvolgermi come avrei sperato. Il ritmo è molto più lento rispetto agli altri romanzi dell’autore, e la prosa, pur sempre affascinante, risulta spesso prolissa, con lunghe descrizioni e digressioni che mi hanno fatto perdere interesse. Nonostante la sua indubbia maestria stilistica, in questo caso ho trovato il racconto pesante e poco stimolante, al punto che ho dovuto interrompere la lettura prima di arrivare alla fine.

Dopo aver abbandonato il libro, ho deciso di cercare online un riassunto dettagliato della trama, in modo da avere comunque un quadro completo per proseguire con il terzo volume della trilogia. In conclusione, nonostante il fascino indiscutibile dell’ambientazione e della scrittura di McCarthy, Oltre il confine non è riuscito a conquistarmi come altre sue opere.

Alcune note su Cormac McCarthy

Foto di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy è stato uno scrittore americano, vincitore del Premio Pulitzer nel 2007. Cresciuto in Tennessee, dove ha frequentato l’Università, l’ha abbandonata per ben due volte prima di dedicarsi alla scrittura.
Entrato nel ’53 nell’Air Force, vi è rimasto per quattro anni.
Ha vissuto anche a El Paso, in Texas, e a Tesuque, nel Nuovo Messico.
McCarthy non concedeva interviste e non frequentava gli ambienti letterari e mondani (del 2007 l’eccezione dell’intervista televisiva con Oprah Winfrey).
Tra le sue opere ricordiamo Il guardiano del frutteto, Il buio fuori, Suttre, Meridiano di sangue, Oltre il confine e Città della pianura.
Cavalli selvaggi, ha conquistato il National Book Award.
Con La strada del 2007 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa.
Dalle opere di McCarthy sono stati ricavati diversi film: nel 2000, Cavalli selvaggi è stato trasposto nel film Passione ribelle ad opera di Billy Bob Thornton.
Nel 2007, Non è un paese per vecchi è diventato il film omonimo firmato dai fratelli Coen.
Nel 2009 è stato realizzato l’adattamento de La strada per il grande schermo. Il film, intitolato The Road come il romanzo è diretto da John Hillcoat, e ha protagonisti Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee. Nel 2023 escono per Einaudi Il passeggero e Stella Maris.

Cormac McCarthy si è spento il 13 giugno 2023 all’età di 89 anni. I libri di McCarthy, ha scritto il New York Times, «presentavano una visione cupa, spesso macabra, della condizione umana. I suoi personaggi erano outsider, come lui.»

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