
Pubblicato da: Mondadori il 01/02/2018
Generi: Distopia
Pagine: 236
Formato: Copertina Flessibile
Recensione senza spoiler
Acquista qui: Amazon, LaFeltrinelli, IBS, Mondadori, LibraccioÈ la fine del terzo millennio, l'umanità vive in uno spazio ipermeccanicizzato e socialmente ipercontrollato, chiuso dalla Muraglia Verde. Gli individui non hanno più un nome, sono alfanumeri. Come D-503, ingegnere al lavoro sul progetto dell'Integrale, la nave spaziale destinata a esportare su altri pianeti il perfetto ordinamento politico dello Stato Unico, dove ogni attività è disciplinata, standardizzata e, soprattutto, visibile a chiunque: tutti gli edifici sono di vetro. È proprio D-503 a raccontare la vicenda della ribelle I-330 e del suo piano per dare inizio a una nuova rivoluzione. Scritto tra il 1919 e il 1921, prontamente censurato (uscito in inglese nel 1924, nel 1952 in russo ma a New York, e solo nel 1988 in URSS), "Noi" è il capostipite di tutte le distopie del Novecento, antesignano di "1984" di Orwell e del "Mondo nuovo" di Huxley.
Noi di Evgenij Zamjátin è un romanzo distopico ambientato in un futuro totalitario, dove la società è rigidamente controllata da un governo centralizzato noto come lo Stato Unico. Gli individui, chiamati alfanumeri, vivono una vita altamente regolamentata e monitorata, senza spazio per la privacy o la libertà personale. Il protagonista, D-503, è un matematico che inizia a mettere in discussione la sua obbedienza allo Stato dopo essersi innamorato di una donna ribelle, I-330. Attraverso il suo diario personale, D-503 racconta il suo graduale risveglio emotivo e intellettuale, entrando in conflitto con l’ideologia dominante e con la sua stessa identità.
Uno degli aspetti più particolari di Noi è sicuramente lo stile di scrittura. Zamjátin adotta un linguaggio arcaico e spesso frammentario, accentuato dall’uso della prima persona attraverso il diario di D-503. Questo dà al lettore un accesso diretto ai suoi pensieri e alle sue emozioni, ma rende anche la narrazione piuttosto confusa in molti punti, specialmente a causa dei frequenti flussi di coscienza. La voce narrante si perde spesso in riflessioni frammentarie e poco strutturate, che possono risultare difficili da seguire e talvolta ostacolano la comprensione degli eventi. Lo stile, quindi, non è sempre facile da apprezzare e potrebbe risultare piuttosto pesante per chi non è abituato a questo tipo di prosa.
Un altro aspetto che ha reso la lettura complicata per me è stata la lentezza con cui la trama procede. Nonostante le premesse distopiche affascinanti, ho trovato che il romanzo impiegasse molto tempo a ingranare. Dopo quasi metà del libro, la narrazione ancora faticava a decollare. Molti dei temi centrali, come la lotta tra individualismo e collettività, l’oppressione del libero pensiero e la tensione tra emozione e razionalità, vengono esplorati in modo interessante, ma l’azione vera e propria tarda a prendere piede. È come se Zamjátin volesse immergere il lettore nelle complessità del pensiero del protagonista prima di avviare un vero sviluppo narrativo, ma questo rallenta molto il ritmo e può risultare estenuante.
Nonostante la lentezza e lo stile complicato, Noi rimane un’opera fondamentale della letteratura distopica, influenzando autori come George Orwell e Aldous Huxley nei loro capolavori successivi, 1984 e Il mondo nuovo. La visione di Zamjátin di un futuro controllato da un regime totalitario rimane profondamente inquietante e attuale, specialmente in un’epoca in cui i temi del controllo statale e della sorveglianza di massa sono sempre più rilevanti. Tuttavia, per apprezzare appieno questa visione, è necessario avere una certa pazienza e una predisposizione a immergersi in un linguaggio e una narrazione che possono sembrare ostici.
Alla fine, non sono riuscito a completare il libro, poiché ho trovato che il ritmo e la mancanza di una trama ben definita rendessero la lettura troppo faticosa. Nonostante sia un’opera importante dal punto di vista storico e letterario, Noi non è un romanzo che si può affrontare con leggerezza. Il suo stile complesso e la narrazione frammentaria potrebbero non essere adatti a tutti i lettori.
In conclusione, Noi di Evgenij Zamjátin è un romanzo che affascina per il suo valore storico e per la sua visione distopica, ma che può risultare difficile da apprezzare pienamente a causa del suo stile di scrittura arcaico e frammentato. La lentezza con cui la trama si sviluppa e la complessità della prosa possono rendere l’esperienza di lettura impegnativa, al punto che ho deciso di interromperla. Nonostante ciò, resta un’opera essenziale per chi è interessato alla letteratura distopica, specialmente come precursore di capolavori più accessibili come 1984 e Il mondo nuovo.