Recensione “L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio

Recensione “L’età fragile” di Donatella Di PietrantonioL'età fragile di Donatella Di Pietrantonio
Pubblicato da: Einaudi il 28/11/2023
Generi: Narrativa
Pagine: 192
Formato: Copertina Rigida
Recensione senza spoiler

Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più. Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite

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L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio è un romanzo che esplora le complessità della famiglia e del passato. Il libro segue due linee temporali: una ambientata nel presente, dove un piccolo dramma familiare emerge tra i personaggi, e l’altra nel passato, rivelando un delitto che segna profondamente i protagonisti. La trama cerca di intrecciare questi due fili narrativi, ma il collegamento tra le vicende presenti e quelle passate non è chiaro.

Acquistato per valutare se i miei gusti letterari siano in sintonia con le scelte del Premio Strega, “L’età fragile” si presenta con una prosa ben scritta ma talvolta troppo elaborata. Alcune parti del libro hanno richiesto una lettura attenta e, in certi casi, persino una rilettura per comprendere appieno il significato. La scrittura ricercata dell’autrice potrebbe risultare pesante per chi preferisce una narrazione più diretta e accessibile.

Nonostante la buona scrittura, il romanzo non mi ha particolarmente colpito. Sebbene riconosca la qualità della prosa e la complessità dei temi trattati, il libro non mi ha lasciato un’impressione duratura. Le due trame parallele, con il loro mix di presente e passato, non sono riuscite a coinvolgermi pienamente, e il loro intreccio non è stato sufficientemente convincente da rendere la lettura appassionante. In conclusione, “L’età fragile” è una lettura di qualità che potrebbe piacere a chi apprezza una prosa elaborata e una narrazione stratificata, ma personalmente non mi ha detto molto e non lo rileggerei né lo consiglierei.

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