Recensione “La grazia dei Re” di Ken Liu

Recensione “La grazia dei Re” di Ken LiuLa grazia dei re di Ken Liu
Serie: Dinastia del dente di leone #1
Pubblicato da: Mondadori il 19/05/2020
Generi: Fantasy
Pagine: 612
Fonte: Mondadori

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Recensione senza spoiler

L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare.
È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.


La grazia dei Re è un corposo libro low fantasy che narra del tentativo di varie persone di diventare re di tutti gli stati. Come concetto base mi ricorda molto Il Trono di Spade, perciò molti paragoni saranno rivolti all’opera di George R. R. Martin.

Trama

L’imperatore Mapideré è riuscito nell’ardua impresa di unire i regni di Dara sotto il suo controllo, ponendo fine alle infinite guerre che imperversavano tra loro. Il suo regno è però corrotto e violento e gli stati sottomessi non sono soddisfatti. Giunta la morte dell’imperatore, i vari stati iniziano a ribellarsi.

Tra i vari capi ribelli, due personaggi emergono: Kuni Garu e Mata Zyndu. Questi due uomini porteranno avanti la ribellione, liberando Dara dal governo tirannico di Mapideré, o almeno questo è ciò che sognano.

Personaggi

I personaggi sono molto basilari e lineari. Non analizzerò tutti i personaggi secondari, troppo numerosi e per niente memorabili (ogni tanto ricompaiono per fare un paio di azioni casuali, giusto per ricordarci che esistono, come Puma Yemu, il cui unico scopo è fornire una scusa per gli scarsi rifornimenti dei nemici).

Kuni Garu era un perdigiorno, ma per conquistare una donna cerca un lavoro e diventa guardia della corvée. Un giorno sente parlare della ribellione e si dà anch’esso alla macchia, diventando un ribelle. Vince battaglie con l’astuzia e con subdoli trucchi.
Mata Zyndu è invece un possente guerriero discendente di una dinastia di guerrieri, probabilmente incarnazione di una divinità. Vuole solo combattere e spesso dimostra di essere piuttosto stupido.

I due uomini, seppur diversi, si ritrovano a collaborare (diventano migliori amici in un paio di pagine), ma per via di un piccolo malinteso diventano acerrimi nemici dopo qualche capitolo.

Ho apprezzato la presenza di donne forti e fondamentali nella storia. Molti autori tentano di inserire donne per questioni di parità, ma finiscono con usare stereotipi o di relegarle a questioni inutili. In La grazia dei Re troviamo invece personaggi come Jia, la moglia di Kuni Garu, o Jin Matozi, maresciallo di Kuni, molto importanti ai fini della trama.

WorldBuilding

La costruzione del mondo de La grazia dei Re mi ha lasciato un po’ insoddisfatto. Non mi è facile distinguere i vari stati Tiro tra loro, non sono ben distinti o unici. Eccetto differente geografiche, come il fatto di essere un’isola o meno, non ci sono altre evidenti differenze. Viene detto che le cucine sono diverse e che gli accenti cambiano, ma mi sembrano elementi un po’ generici scritti giusto per dare il contentino. Avrei preferito un’approfondimento maggiore o un minore numero di stati, ma meglio identificabili e differenziabili.

Stile di scrittura

Lo stile di scrittura è l’elemento che ha reso La grazia dei Re un libro difficile da leggere. Si alternano discorsi prolissi su argomenti superflui a brevi e asciutte righe su eventi importanti. Ci viene spiegato a fondo il funzionamento meccanico e dinamico di un modello di sottomarino, ma quando muore un personaggio piuttosto importante la cosa viene risolta in due righe.

Inoltre, ho trovato l’inizio molto confusionario. Col senno di poi si capisce che l’obiettivo dell’autore era di mostrare il notevole numero di persone interessate alla rivolta, per poi far risalire solamente i due protagonisti, ma il risultato è stato confusionario. In poche pagine vengono introdotti moltissimi personaggi, ci vengono narrate le loro vite e i loro obiettivi, e poi dopo un paio di capitoli vengono eliminati tutti quanti. Per questo motivo ho trovato le prime 200 pagine molto pesanti e lente da leggere.

Conclusioni

Un buon libro, ma le prime 200 pagine sono difficili e lente da leggere. Superate quelle ci si ritrova con una lettura godibile, ma nulla di più.

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