Recensione “Il priorato dell’albero delle arance” di Samantha Shannon

Recensione “Il priorato dell’albero delle arance” di Samantha ShannonIl priorato dell'albero delle arance di Samantha Shannon
Serie: The Roots of Chaos #1
Pubblicato da: Mondadori il 26/02/2019
Generi: Fantasy
Formato: Copertina Rigida
three-stars
Recensione senza spoiler

La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.

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Il priorato dell’albero delle arance è stato per un lungo periodo un libro popolarissimo. Chiunque ne parlava, pareva si trattasse del libro del secolo. Poi ad un certo punto è tutto finito e questo libro è finito nel dimenticatoio. Come spesso succede io sono arrivato in ritardo e l’ho letto solo ora, ma ad oggi non capisco il motivo di tanta popolarità.

Senza dubbio si tratta di un buon libro, ma secondo me ha parecchi difetti che non gli permettono di superare la mediocrità.

Trama

Il priorato dell’albero delle arance segue le vicende di vari personaggi sparsi in varie parti del mondo del libro, divise in Occidente, Oriente e Meridione. Tenere traccia di questi personaggi non è facile, poiché ci vengono introdotti tutti assieme nei primi capitoli in modo piuttosto superficiale. Quando un libro si estende per 800 pagine e ha così tanti personaggi secondo me è necessario reiterare le caratteristiche principali e uniche di ogni singolo principale più volte, come fa George R. R. Martin nel Trono di Spade, perché ricordarseli tutti capitolo in capitolo non è facile.

Il libro si compone di varie trame minori che nel corso della storia convergono in un’unica trama principale. I colpi di scena non sono numerosi e, personalmente, non li ho trovati interessanti. Succedono cose scontate di continuo, come personaggi che apparentemente muoiono, ma ovviamente così non è.

La trama fatica a diventare interessante e solo a circa metà libro la lettura è diventata non confusionaria.

Avrei preferito una trama più ambiziosa, con colpi di scena seri e personaggi meno ricchi di cliché.

Personaggi

I personaggi in questo libro si delineano a fatica, vista la carenza di descrizioni approfondite date dall’autrice. Pochi di loro hanno caratteristiche che li rendano facilmente distinguibili e nei pochi casi in cui qualcuno le ha, queste vengono citate poche volte, rendendole facilmente dimenticabili. In un libro con una gran quantità di personaggi come questo è necessario far risaltare in modo evidente i protagonisti, ripetendo più e più volte le loro caratteristiche uniche.

Edizione

L’edizione di Il priorato dell’albero delle arance di Oscar Mondadori è molto lussuosa e ben curata nei dettagli. Per via delle dimensioni la lettura è stata un po’ difficoltosa, ma in libreria fa un’ottima figura.

Conclusioni

Un buon libro che avrei apprezzato maggiormente se non fossi stato influenzato dalla ricezione esagerata che ha avuto, secondo me, non correttamente.

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