Recensione “Figlio di Dio” di Cormac McCarthy

Recensione “Figlio di Dio” di Cormac McCarthyFiglio di Dio di Cormac McCarthy
Pubblicato da: Einaudi il 16/07/2014
Generi: Narrativa
Pagine: 166
Formato: Copertina Flessibile
five-stars
Recensione senza spoiler

Lester Ballard è un uomo violento, dal passato difficile. Avendo perso ogni cosa, vive nell'abbandono e da sempre sfida e aggredisce i cittadini del suo paese, East Tennessee. Viene incarcerato, con l'accusa di violenza carnale. Quando si scopre che non è colpevole, gli viene concessa la libertà, il permesso di vagare a piacere, razziando e depredando la popolazione con le sue strane voglie. Normali e casuali incontri per commissioni in merceria, dal maniscalco e all'emporio diventano scene di travolgente forza insieme comica e grottesca. Mentre la storia precipita verso il suo indimenticabile finale, McCarthy dipinge le realtà più sordide della vita con senso umoristico oltre che di partecipazione umana.

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Figlio di Dio” di Cormac McCarthy è un romanzo breve di sole 166 pagine che racconta un breve periodo della vita di Lester Ballard, un personaggio molto particolare di cui non dirò molto per non rovinarvi la lettura.

Il libro è scritto con il tipico stile di McCarthy, asciutto, con dialoghi rapidi e puliti. Anche i contenuti presentano elementi classici dell’autore, McCarthy non si fa problemi a descrivere omicidi e stupri. Lo stile può piacere o non piacere, personalmente me ne ero già innamorato con “La strada“.

Desolazione nel Tennessee

La psicologia del personaggio principale, Lester Ballard, è rappresentata in modo eccezionale pur non essendo un romanzo in prima persona. L’autore descrive i suoi movimenti e le sue azioni in modo eccelso e queste sono sufficienti a mostrarci cosa pensa e quali sono i suoi ragionamenti.

Figlio di Dio” è un ottimo romanzo breve che dimostra ancora una volta la bravura di Cormac McCarthy.

Alcune note su Cormac McCarthy

Foto di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy è stato uno scrittore americano, vincitore del Premio Pulitzer nel 2007. Cresciuto in Tennessee, dove ha frequentato l’Università, l’ha abbandonata per ben due volte prima di dedicarsi alla scrittura.
Entrato nel ’53 nell’Air Force, vi è rimasto per quattro anni.
Ha vissuto anche a El Paso, in Texas, e a Tesuque, nel Nuovo Messico.
McCarthy non concedeva interviste e non frequentava gli ambienti letterari e mondani (del 2007 l’eccezione dell’intervista televisiva con Oprah Winfrey).
Tra le sue opere ricordiamo Il guardiano del frutteto, Il buio fuori, Suttre, Meridiano di sangue, Oltre il confine e Città della pianura.
Cavalli selvaggi, ha conquistato il National Book Award.
Con La strada del 2007 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa.
Dalle opere di McCarthy sono stati ricavati diversi film: nel 2000, Cavalli selvaggi è stato trasposto nel film Passione ribelle ad opera di Billy Bob Thornton.
Nel 2007, Non è un paese per vecchi è diventato il film omonimo firmato dai fratelli Coen.
Nel 2009 è stato realizzato l’adattamento de La strada per il grande schermo. Il film, intitolato The Road come il romanzo è diretto da John Hillcoat, e ha protagonisti Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee. Nel 2023 escono per Einaudi Il passeggero e Stella Maris.

Cormac McCarthy si è spento il 13 giugno 2023 all’età di 89 anni. I libri di McCarthy, ha scritto il New York Times, «presentavano una visione cupa, spesso macabra, della condizione umana. I suoi personaggi erano outsider, come lui.»

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